Pista ciclabile da Milano a Sesto Calende: pedalando 80 km vicino all’acqua

pista ciclabile milano sesto calende, con cigno in primo piano

Canali, dighe, fiumi, cigni, ponti, prati, fontane, svassi, centrali idroelettriche, casali agricoli e il Naviglio Grande: questo è l’ambiente che si incontra percorrendo la pista ciclabile da Milano a Sesto Calende (Varese).
Un paesaggio suggestivo fatto di silenzio e di salici piangenti, di agricoltura e centri storici minori, immerso per un buon tratto nel Parco del Ticino, che si lascia alle spalle la città pulsante per farvi pedalare per lo più in compagnia dell’acqua e del verde.
Il percorso è indicato: nella parte iniziale ci sono placche per terra, poi subentrano dei cartelli bianchi e rossi. In alcuni punti non è immediato capire dove andare, ma di norma, con un poco di attenzione, si trova agevolmente la direzione. Si procede quasi sempre su piste ciclabili ad eccezione dell’ultimo tratto lungo il fiume Ticino, abitualmente comunque poco trafficato.

Di questo incredibile percorso nella natura, ce ne parla Giulia che ha scritto lo Special Post di questo mese.
Giulia Tabacco è editor, fotografa e traduttrice free lance e, soprattutto, viaggiatrice. Ama sognare itinerari, studiare le carte, preparare lo zaino, salire e scendere dai treni, assaggiare cibi sconosciuti, curiosare tra i mercati e perdersi per le montagne. Raccontare le terre vicine e quelle lontane, i sentieri che si snodano davanti a casa sua e le foreste pluviali dall’altra parte del mondo: perché ogni luogo è scoperta e il cammino inizia aprendo la porta di casa. Autrice del blog www.gecoviaggiatore.it ci parla di questa bellissima pista ciclabile con partenza da Milano: naturalmente, può essere percorsa in entrambe le direzioni.

Siete pronti ciclisti? Avete gonfiato le gomme, riempito le borracce, preparato la macchina fotografica? Allora si va!

Pista ciclabile da Milano a Sesto Calende: la partenza

Paesaggio con prato fiorito giallo lungo la pista ciclabile da milano a sesto calende
Photo Credits – Giulia Tabacco ©

DA PORTA TICINESE AD ABBIATEGRASSO

Da Porta Ticinese, costeggiando il Naviglio Grande, ci si addentra nel Parco Agricolo Sud. Si passano Corsico, Gaggiano, che ha una bella casa di un giallo che mette allegria, si arriva ad Abbiategrasso. Qui bisogna prestare attenzione, perché la segnaletica a mio parere non è chiarissima: occorre salire sul ponte, portarsi sull’altra riva del Naviglio e tenersi a destra. Non prendete il sottopassaggio, altrimenti finite sul Naviglio di Bereguardo. Ad Abbiategrasso, proprio lungo il canale, per chi ha scordato a casa la merenda, ci sono un bar e una salumeria.

VERSO TURBIGO

Proseguiamo lungo le alzaie costeggiando parchi e ville nella tipica architettura lombarda. È particolarmente suggestivo il passaggio da Robecco sul Naviglio, dove vi aspettano: il Palazzo Archinto, con le torri merlate, un ponticello di pietra e Villa Gaia, di epoca rinascimentale e affacciata sull’acqua. Oltre a una seconda fontanella e alcuni bar con  tavolini all’aperto. Si continua poi sempre lungo il Naviglio, passando per Boffalora sopra Ticino, Bernate, fino a Turbigo. I paesaggi agricoli qui si mescolano con il verde che avvolge e coinvolge, riflettendosi dagli alberi all’acqua. A Turbigo il panorama agreste cambia drasticamente e ci ricorda che siamo in una zona in cui l’acqua ha una forte valenza industriale. Eccola lì, grande, riconoscibilissima: una centrale termoelettrica con quattro comignoli a righe bianche e rosse. Di fianco alle vostre ruote, l’acqua rotea in mulinelli pazzi. C’è anche chi approfitta della corrente per fare surf! Chi ha voglia di fare una deviazione può andare a dare un’occhiata, e magari pure ad attraversare, il ponte tibetano: seguite le indicazioni per Alzaia Turbighetto, in direzione del fiume Ticino.

TORNAVENTO

Tappa seguente: Tornavento, dove vi aspetta un intrico di vie d’acqua, per qui si danno convegno il Canale Villoresi, il Naviglio Grande e il Ticino. La pista ciclabile prosegue dritta, ma io consiglio di salire alla Dogana Austroungarica, in direzione del paese di Tornavento. Si tratta della sola salita impegnativa dell’escursione, ma ne vale la pena: dopo un paio di tornanti arriverete a un punto panoramico dal quale potrete vedere dall’alto le anse di fiume e canali. Senza contare che ci sono un’altra fontanella e un altro bar. 

Paesaggio con acqua e diga lungo la pista ciclabile da milano a sesto calende
Photo Credits – Giulia Tabacco ©

VERSO LA DIGA DEL PANPERDUTO

Tornati sulla pista ciclabile, seguiamo il corso lento del Ticino rimanendo per buona parte all’ombra degli alberi e in compagnia di ortensie rosa e lilla.
A Vizzola Ticino si abbandona il Naviglio per seguire le acque del Canale Villoresi. Da qui la ciclabile porta a una prima diga in mattoni rossi e, a poca distanza, a una seconda diga, quella del Panperduto. È qui che nasce il Villoresi,  che fu costruito nel XIX secolo deviando le acque del Ticino per irrigare l’area circostante. La diga del Panperduto, uno degli snodi idraulici più importanti della Lombardia, ospita oggi un museo, un ostello e un bar-ristorante.

SESTO CALENDE

Dalla diga si percorrono 10 chilometri circa lungo l’alzaia per arrivare alla cittadina di Sesto Calende, meta finale dell’escursione. Bar, pizzerie, ristoranti: il borgo di Sesto Calende è il posto giusto dove rifocillarsi e rilassare polpacci e spalle. E, per gli appassionati di archeologia, per andare alla scoperta della civiltà di Golasecca, i cui reperti sono ospitati nel Museo archeologico.

Pista ciclabile da Milano a Sesto Calende: i consigli di Giulia

diga lungo la pista ciclabile da milano a sesto calende
Photo Credits – Giulia Tabacco ©

Quando. l’itinerario è percorribile tutto l’anno. Tuttavia, i mesi invernali possono risultare decisamente freddi: i ciclisti che amano gennaio e febbraio dovranno equipaggiarsi per bene per evitare di congelarsi mani e piedi.  Il mio periodo preferito è la primavera: le temperature sono tiepide, gli alberi sono di un bel verde acceso e le acque del Ticino sono percorse da famiglie di cigni e svassi circondati dai piccoli appena nati.

Per chi. Si tratta di un percorso quasi interamente asfaltato e pianeggiante: siamo in un ambiente di pianura e il dislivello è minimo (inferiore a 200 mt). Tuttavia, 80 chilometri non sono pochi e sono quindi necessari allenamento e buona forma fisica. Per lunghi tratti si pedala di fianco all’acqua in un contesto incontaminato e privo protezioni laterali. Questo lo rende affascinante ma non adatto a famiglie con bambini piccoli.

Mangiare e bere. Lungo il tragitto si incontrano dei bar e qualche fontanella (poche, a mio parere). Il mio preferito, soprattutto per il contesto che lo circonda, è il bar della diga del Panperduto.

Collegamenti con i mezzi di trasporto: una volta arrivati a Sesto Calende si può tornare a Milano in treno, i mezzi sono frequenti (verificate quali dispongono del servizio trasporto delle biciclette). Per chi preferisce un itinerario più breve: anziché da Milano potete partire da Magenta, la cui stazione dei treni è in prossimità della pista ciclabile. La tratta Magenta-Sesto Calende è di circa 45 chilometri.

Trovi Giulia sul sito www.gecoviaggiatore.it
Instagram: gecoviaggiatore
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