Una giornata ad Amritsar, la città sacra nel Punjab

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IN VIAGGIO VERSO AMRITSAR

Terminata la mia visita alla città di Mandawa ed ai suoi splendidi haveli, torno a Nuova Delhi e mi fermo un paio d’ore in stazione ad attendere il treno.

Non smetterà mai di sorprendermi l’affollamento smisurato che incontro in qualsiasi angolo di ogni città Indiana. Si fa quasi fatica ad entrare nella hall principale della stazione: all’interno, le famiglie hanno steso al suolo dei teli di stoffa sui quali hanno disposto i loro bagagli (perlopiù sacchi di plastica riempiti fino a scoppiare). Le donne aprono dei piccoli sacchetti di plastica contenenti riso e salse e li dispongono sui teli, mentre i bambini e gli uomini sono o seduti o sdraiati su un fianco. Quando è tutto prono, si può cominciare a mangiare: un vero pic-nic in stazione.

Anche nelle banchine lungo i binari del treno è la stessa cosa, con la differenza che oltre alle famigliole che pranzano, ci sono moltissimi mendicanti storpi o bambini nudi che rovistano nella spazzatura in cerca di cibo. Noto inoltre che le poche panchine presenti lungo i binari sono occupate solo da indiani vestiti in  modo più elegante, che presumo siano quelli più benestanti appartenenti ad una casta importante; anche se ci sono dei posti liberi, le persone più povere preferiscono sedersi per terra. Decido di sedermi per terra anch’io in attesa del treno.

L’ARRIVO AD AMRITSAR

Dopo una decina di ore trascorse sul treno, arrivo ad Amritsar poco dopo le 11 di sera. Mi faccio accompagnare da un autista di tuc-tuc al mio alloggio dove avrei passato la notte. L’hotel sembrava rimasto bloccato nel tempo, quasi come se ogni cosa fosse andata avanti, tranne questo edificio dove ogni stanza, con arredi fatiscenti, sapeva di vecchio. Le formiche avevano trovato un loro rifugio qui, e procedevano una dietro l’altra in fila indiana percorrendo ogni lato della stanza.

Decido di farmi una doccia veloce prima di mettermi a dormire. Ormai mi ero abituata alle docce indiane, ed a meno che non si decida di alloggiare in hotel un po’ più costosi, per farvi una doccia nel vostro bagno troverete solamente queste due cose: un rubinetto ed un secchio. Può capitare di trovare dei piccoli sgabelli in plastica vicino al rubinetto, molto utili per sedersi mentre ci si rovesci il secchio pieno d’acqua addosso.

AMIRTSAR E I SIKH

Amritsar è una città che sorge nello stato del Punjab, nell’area settentrionale dell’India al confine con il Pakistan. Amritsar ospita il luogo di culto più sacro della religione sikh: lo spettacolare Golden Temple.

Ma chi sono i sikh?

A fondare la religione sikh fu il guru Nanak Dev nato nel 1469 nel villaggio di Talvandi, un piccolo paese vicino alla città di Lahore che attualmente fa parte del Pakistan. Una notte mentre dormiva, ebbe una visone: sognò che Dio gli chiedesse di uscire e diffondere un messaggio di amore per l’umanità. Dio infatti è presente in ogni individuo indipendentemente dalla religione, non si trova solo all’interno di templi, moschee o chiese, ma è ovunque. Ogni persona può entrare in contatto con Dio senza ricorrere all’utilizzo di rituali o all’aiuto di preti, perché risiede già dentro ogni essere vivente.

Nanak diffuse questo messaggio ed insegnò ai suoi discepoli alcune regole per condurre una vita corretta: trovare una sorta di equilibrio tra il lavoro, la preghiera e la carità; proteggere ogni essere vivente e prendersi cura in particolare degli esseri umani. Tutti i suoi insegnamenti, insieme a quelli dei guru a lui seguenti, furono registrati nel libro sacro dei sikh: il Guru Granth Sahib che è custodito all’interno del bellissimo Golden Temple.

IL TEMPIO D’ORO DI AMRITSAR

Il scintillante santuario, la cui cupola è stata realizzata utilizzando circa 750 kg d’oro, sorge al centro di un bacino d’acqua, l’Amrit Sarovar da cui prende il nome la città di Amritsar. Secondo la tradizione quest’acqua, avrebbe dei particolari poteri curativi ed infatti molti fedeli giungono in questo luogo sacro per immergersi nell’Amrit Sarovar.

Le persone che professano la religione sikh, si distinguono dagli altri per alcuni elementi: portano tutti un turbante in testa fatto di un tessuto lungo almeno 6 metri, che deve essere indossato sempre. Indossano poi le cosiddette “5K” ossia 5 elementi che li contraddistinguono e che cominciano tutti con la lettera “k”: Kesh, capelli lunghi che non vengono mai tagliati; Kanga, per tenere i loro lunghi capelli legati; kachcha, ossia indumenti intimi; Kara, un braccialetto in metallo a simboleggiare la loro fede indistruttibile; Kripan, un lungo coltello che indossano per combattere gli eventuali oppositori. Rimango un paio d’ore dentro questo splendido gurudwara (tempio sikh) e mi siedo sulla riva del bacino sacro ad ammirare il Golden Temple che si riflette scintillante sull’acqua.

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